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martedì 8 novembre 2011
CONDANNATO !!!!!
La scure del primo grado del processo di Napoli in un giorno che per molti italiani sa di liberazione, e arriva la sentenza più attesa: Calciopoli non fa rima con Farsopoli. Anzi.
E' durata anni, anni, in cui ne sono state dette di tutti i colori. Si è detto tutto e il contrario di tutto. Ma in fondo come stupirsi di un paese, come quello italiano ?? Nessuno stupore, dunque, soltanto mera presa d'atto. Lo slogan che più è andato di moda è il 'Così fan tutti': il tentativo della così detta Cupola è stato quello di scagionarsi non tanto per non aver commesso reato, quanto perché, a guardar bene, il loro comportamento era condiviso dalla totalità degli attori del mondo pallonaro. Come ci ha spesso ricordato l'ottimo Marco Travaglio (juventino), la tesi accusatoria voleva essere distrutta con l'assunto che 'un ladro più un ladro fa zero ladri'. E invece, com'è logico che sia: un ladro più un ladro fa due ladri. In questo caso, ben più d'uno.
Il tentativo, gofffo di mischiare le carte si è arenato sempre sul nascere. Dalla 'madre di tutte le intercettazioni' a quella del 'favorire chi sta dietro': clamorosi autogol. Si diceva, dentro la Cupola tutti i partecipanti a quel tavolo a cui faceva riferimento non più di qualche mese fa il presidente nerazzurro Moratti: da Moggi ai fratelli Della Valle, da Pairetto a Meani, passando per Bergamo, Mazzini, De Santis, Racalbuto, Bergamo ecc, ecc.
Mi chiedo: c'era davvero bisogno di tutta questa vera farsa? di mistificazioni della verita' ,di opinionisti indirizzati,e orientati?? C'era davvero necessità di carte, scartoffie e intercettazioni? Non bastava vedere l'andamento di quei campionati? Penso proprio che nemmeno un cieco avrebbe potuto non vedere l'andazzo tanto palese dei tornei.
E spiegate a Tutti gli imbecilli che tirano in ballo nella vicenda, Giacinto Facchetti,che con questi qui, non aveva proprio nulla a che fare. Facchetti è il simbolo di un club onesto, pulito, integro. Una società che fa rodere il fegato a tanti, anche quando perde. Perché si può perdere sul campo, ma mai al di fuori. Facchetti era l' alfiere nerazzurro, che ha tentato di difendere in ogni modo la sua famiglia. Perché Facchetti viveva e ha vissuto il mondo del calcio, un mondo popolato da tante sue facce, ma mai quella che gli e' stata incollata. Ha sofferto per la sua Inter, ha lottato per la sua Inter. Un uomo sbagliato per questo mondo ostile? Io credo che nessuno meglio di lui avrebbe potuto incarnare quel ruolo di alfiere. Anzi, dico che era l'uomo giusto nel momento giusto. Facchetti è vivo, perché è dentro di noi. E' dentro il nostro modo di guardare alle vicende della vita, ci ha trasmesso i suoi valori.
E a voi, voi che rivolete due scudetti, io vi dico che noi rivogliamo indietro anni e anni di truffe. Anni di soprusi e sbeffeggi....ANZI NO !!! FATEVELA SOLAMENTE FINITA !!!
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