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giovedì 29 novembre 2012

L’orgoglio del calcio italiano non merita le prime pagine dei giornali sportivi


L’orgoglio del calcio italiano non merita le prime pagine dei giornali sportivi









Fonte: FcInterNews.it
Anche stamattina, leggendo i principali quotidiani nazionali sportivi, abbiamo avuto la conferma che per vendere copie è necessario fare casino, alimentare polemiche, ‘interpretare’ la realtà raddrizzandola in funzione dei propri interessi. Anche oggi, la notizia principale in casa Inter era ovviamente Wesley Sneijder e la sua situazione contraddittoria, disquisita anche dal sindacato internazionale dei calciatori con toni piuttosto duri. Peccato che le testate italiane abbiano perso l’occasione per dare visibilità in prima pagina a un evento storico per il calcio e per l’Italia, vale a dire la presenza dell’Inter all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York per raccontare il progetto Inter Campus. Già, perché se da una parte ci sono società che spendono milioni di euro in cause e pretendono che la giustizia ribalti sentenze ai loro danni, dall’altra ce n’è una che investe nei bambini, per dare loro un futuro e riportare il verde in zone socialmente aride, grazie al pallone. In 25 paesi del mondo i bambini hanno una possibilità di vivere grazie all’iniziativa nata 15 anni fa in Brasile e portata avanti con impegno, passione ed entusiasmo da Carlotta Moratti, presidentessa e figlia di Massimo, da Figo, Toldo, Cordoba, Afef Jnifen ma anche da tante altre persone meno note al grande pubblico (200 collaboratori), ma tutte degne di una energica stretta di mano per aver contribuito alla felicità di oltre 10 mila piccoli calciatori. Una sorta di miracolo in un ambiente, quello del calcio, troppo vincolato al business e poco all’umanità, alle persone, ai sentimenti. L’Onu non si è fatta sfuggire questo progetto e ha concesso la ribalta della propria assemblea a Massimo Moratti, elogiando un’iniziativa che è cresciuta nel tempo e rappresenta una case history degna di nota a livello sociale. Non sarà il premio Nobel per la Pace, ma è un invito significativo, mai concesso a un club di calcio da quando gli inglesi hanno inventato questo sport. E il club nerazzurro è colmo d’orgoglio, così come lo sono i suoi tifosi sparsi nel mondo, non solo quelli che l’hanno conosciuto attraverso Inter Campus. E anche noi ci uniamo a questo applauso mondiale, perché l’Inter, dopo aver vinto tanto sul campo, ha ottenuto forse il titolo più bello la scorsa notte a New York. Significative le parole di Francesco Toldo, che ha sposato al 100% la causa: “Le emozioni che danno 10 mila bambini sono più forti di quelle che dà la vittoria di una Champions”. Per qualcuno sarà difficile ‘approvare’ queste parole, ma solo chi vive da dentro Inter Campus ed è andato a toccare con mano sul campo l’entusiasmo dei bambini può capire veramente cosa significa. Peccato, tornando al discorso iniziale, che polemizzare sul caso Sneijder sia più fruttifero, a livello mediatico e di marketing, che rendere omaggio a un evento storico per il nostro calcio. Chissà cosa avrebbero pubblicato i giornali stamattina l’invito dell’Onu fosse stato recapitato in via Turati a Milano o in corso Galileo Ferraris a Torino. Poco male, consoliamoci pensando che non avremo mai una risposta.
e comunque per noi ....e' un orgoglio essere interisti sopratutto per queste cose...PICCOLE.

martedì 27 novembre 2012

IL PARMA ci ha COTTO !

Le Pagelle:
Handanovic 6: Il Parma si rende pericoloso ma lui disinnesca gli emiliani con facilità. Finché Sansone non si presenta solo soletto al suo cospetto e stavolta
 c'e' poco da fare.
Ranocchia 6: Ogni tanto ricorda a tutti che Biabiany non è Messi, quando il francese si sposta dalla sua parte.
Fino al momento del gol anche Sansone era stato inesistente.
Samuel 6: Tiene nel duello con Amauri
Juan 4,5: Biabiany lo manda letteralmente al manicomio e lui non lo prende di fatto mai.
Nell'azione del gol tarda a coprire su Sansone.
Zanetti 5: Partita piuttosto modesta, soprattutto in fase offensiva.
Mai uno spunto degno di nota sulla fascia ..ma puo' capitare....alla sua eta'.
Guarin 5: Impossibile contare i passaggi sbagliati stasera dal colombiano.
Cambiasso 6: L'unico ad avere le idee chiare in mezzo al campo. Ma predica nel deserto.
Alvarez 4,5: Un'occasione del genere prevederebbe una partita giocata con il coltello tra i denti. Lui, invece, affronta la gara con la consueta flemma.
Nagatomo 5: Soffrire Biabiany ci sta, soffrire Rosi molto meno. Anche davanti fa poco o nulla ,si vede che gli e' mancato Cassano.
Milito 5: Prova ad aprire spazi per i compagni, si muove molto ma al di là di qualche sponda combina poco.
Palacio 5: Pressato a tutto campo, si ritrova spesso in linea con Nagatomo e Alvarez. Troppo lontano dalla porta per fare male.
Coutinho 6: Almeno tira in porta.
Duncan, Livaja sv
Stramaccioni 5: Dopo la gara con la Juve la squadra sembra scarica e inspiegabilmente appagata.
IL COMMENTO:
Ancora un risultato negativo per l'Inter, che perde a Parma e si gioca ancora l'ennesimo jolly per accorciare sulla vetta.
Decisivo il gol di Sansone per l'1-0 finale al Tardini,a cui viene steso il tappeto rosso, il quale ringrazia e punisce l'Inter.
Il centrocampo sparisce, la difesa rincula malamente e non riesce a tenere a distanza gli uomini del parma(vedi biabany e juan jesus),
le punte sono apparse evanescenti ,disarticolate e non servite a dovere.
L'Inter ha scelto un modulo che dovrebbe premiare gli esterni e fa invece una fatica tremenda a servire  Milito che si arrabbia di brutto.
anche perche' Milito e' una punta e non un tuttofare, seppur con le sue colpe e i suoi demeriti.
l'Inter ha smarrito cattiveria e umiltà e quella dose di "provincialismo" di cui era stata accusata,le tre armi che ne avevano fatta l'anti-Juventus,
ora sono le colonne mancanti di una squadra seduta, gigioneggiante, mai veramente incisiva.
Il discorso è collettivo: a prescindere da errori arbitrali, qualcosa non gira.
non tutte le colpe sono di Stramaccioni e crocefiggere solo lui è sbagliato.
La situazione è palese e lampante, perché le scelte dei ricambi adeguati scarseggiano. D'accordo i singoli, ma un problema sono le defezioni,
tra infermeria e squalifiche.
Quattro sono le non-vittorie di fila per l'Inter, Europa League inclusa. Tante, dopo Torino.
Parma era un bivio decisivo per accorciare verso la vetta e l'Inter invece ha steccato ancora...evidentemente con i giocatori che abbiamo
gli equilibri di gioco sono molto fragili e una volta che cala la forma di qualcuno.....
la squadra di Donadoni comunque si prende i meritati applausi della situazione.
Col Palermo è necessario cambiare rotta, perché ora bisogna guardarsi indietro e non più solo avanti.alcune considerazioni sui singoli;
Juan Jesus. ce la mette sempre tutta, ma sta sbagliando decisamente tanto.e' in calo di forma e si vede.va sofferenza nell'uno
contro uno,meriti sacrosanti all'ottimo Biabiany. Juan può e deve fare di più,senza sedersi sugli allori e concedersi distrazioni.
Guarin.magari sarà anche impreciso, talvolta perde tanti palloni, ma non molla un centimetro per larghi tratti della gara.
Fredy le prova tutte, è l'ultimo a smettere di crederci, non è colpa sua se anche per lui i bioritmi sono in calo, quando entra Coutinho
si ritrova in balìa della tempesta parmigiana per questioni tattiche,poi la benzina finisce e il motore si spegne.
IL santo che l'Inter si è messa in porta e' Samir Handanovic,per fortuna para anche i tentativi killer dei suoi compagni,salva la porta più volte.
Lo fa anche Mirante, sia chiaro, ma per Samir ormai è una costante, dietro, c'è qualcosa che non va...
OTTO i punti persi nelle ultime tre giornate di campionato.
D'accordo, vincerle tutte è impossibile. Ma racimolare qualcosa in più di un misero punticino tra Bergamo,
San Siro col Cagliari e Parma era lecito aspettarselo.
L'Inter ha perso il treno che poteva portarla in alto, perseverare è diabolico, diceva qualcuno....
Ricardo Alvarez. Stramaccioni (per necessità, sia chiaro) lo reinventa play maker,Ricky dimostra che la mossa purtroppo è inutile.
Qualche buono sprazzo nel primo tempo, poi perde troppo i giri e a centrocampo rallentare la manovra in una partita così diventa un suicidio.
L'emergenza porta a fare tutto e il contrario di tutto,ma il costruttore di gioco, il regista vero, è quello che smista i passaggi un secondo prima che gli altri
li pensino,invece Ricky trattiene il pallone fino all'inverosimile partendo poi palla al piede....
Sulla "barca" dell'Inter di Andrea Stramaccioni c'eravamo prima di Torino, c'eravamo a Torino e ci siamo pure adesso. A.M.A.L.A.
Volerci salire, e poi scenderne ora è un'arte semplice e molto praticata.
Nessuno impone nulla, semplicemente bisogna avere fede anche nei momenti no.
Nei momenti difficili si costruiscono le grandi squadre,l'Inter è al primo anno di un nuovo processo.
Noi non ci aspettavamo il meglio...subito.
Serve tempo, ci si rialza anche da trend negativi come questo, la barca resta a galla con il suo timoniere e  anche con tutti noi.

lunedì 19 novembre 2012

INTER>CAGLIARI 2-2 A CHE GIOCO VOGLIAMO ANCORA GIOCARE !


le pagelle di Inter-Cagliari:
HANDANOVIC 6,5 – Primo tempo con tre capolavori: primo squillo dopo otto minuti, con un’ottima respinta sul tiro di Nené.
Dopo qualche minuto di pausa, rispolvera i riflessi con un colpo di reni micidiale a dire no ad Astori, ripetendosi poi ancora,.Deve poi arrendersi alla fucilata di Sau.
SAMUEL 5 – Rientro importante.
Ma nemmeno lui è impeccabile in occasione del pareggio ospite. Ancora peggio fa quando Sau si divora la doppietta,col cuore più che con la testa prova a proiettarsi in avanti nel tentativo di riprendere il risultato.
RANOCCHIA 5,5  – Ha l’alibi dell’infortunio patito di recente, manca di lucidità. In difficoltà anche lui di fronte alle incursioni di Sau,deve ricevere assistenza da Zanetti. in occasione della doppietta di Sau,si lascia saltare troppo facilmente.
 Riesce ad andare per tre volte vicino al gol: su due trova la respinta della difesa, sul terzo si coordina male,sul quarto....su di lui ci sarebbe un rigore pieno sul quale Giacomelli sorvola colpevolmente.
JUAN JESUS 5  – Era partito bene,poi complice forse la botta in testa va in confusione.
Impressionante quando ruba la palla a Nené ..è lui che si fa sfuggire Sau che trova il gol del pareggio.
E nel gol dell’1-2 si perde Pinilla che c’entra l’acrobazia.
 DAL 73’ COUTINHO 6 – Col suo ingresso Stramaccioni vara un Inter superoffensiva come non si
vedeva dai tempi di Mou. Ci mette impegno ma non basta.
ZANETTI 6 – Consueta routine straordinariamente normale per il capitano: sfonda un paio di volte sulla destra,da una mano a Ranocchia nel cercare di tenere a freno, purtroppo invano, Sau. Dopo il pareggio, è lui a tentare l’assalto finale sospinto da un Meazza in versione bolgia.
GARGANO 5 – Garantisce, o almeno ci prova, fiato in quantità, ma solo quello.
Va a chiudere un po’ su tutti, anche se a volte palla ai piedi denuncia il solito problema: poca confidenzacon la tecnica.
CAMBIASSO  5,5 – Giallo legittimo, per fallo su Sau. Il Cuchu fatica a trovare le misure dell’arcigna mediana di Pulga, sotto la norma il suo apporto.Nel finale, spreca un buon pallone.
NAGATOMO 6 – è caparbio quanto basta anche se di spazi per lui stavolta ce ne sono pochi.
Decide nella ripresa di suonare la carica, servendo due bei palloni a Milito e proponendosi puntualmente lì davanti.
CASSANO 5,5 – Ha voglia di esibirsi nel suo gioco preferito, quello di sfornare  dolci palloni pergli altri,non gli va sempre bene, gli va benissimo con Palacio. Placca Strama in maniera efficace.....
Gara di sacrificio. Esce comunque tra gli applausi.
DALL’82’ ALVAREZ 6 – Entra e provoca l’autorete del 2-2 col suo cross. La folla ci crede, lo incita, lui fa il possibile, ci mette l'anima.,ma invano.
MILITO 5,5 – Al pronti via innesca un’azione pericolosa poi sfiora il gol su azione di corner.
volitivo. Dopo il pari del Cagliari prova la risposta immediata,ma ,che a novembre sia cosi si sa.
sulla prima palla ghiottissima servitagli da Nagatomo ,spara in maniera incredibile (anche se forse ci stava anche un penalty poco prima), sulla seconda trova pronto Agazzi.
PALACIO 6 – Ma solo per il gol del vantaggio. Prima nota non positiva,parte bene ma poi si ..squaglia.... non brilla proprio in fase di costruzione sbagliando alcune cose elementari.
ALLENATORE: STRAMACCIONI 5,5 – Quest’oggi, forse, la sua Inter ha peccato troppo di leggiadria e spensieratezza: dopo la rete di Palacio, infatti,e' mancata la spregudicatezza e il cinismo alla formazione nerazzurra,si è limitata a gestire il controllo del pallone e non nella maniera migliore. Il risultato è che il Cagliari cerca di fregarla.
Ci vuole il primo pallone toccato da Alvarez per infiammare San Siro e spingere l'Inter all'assalto,svegliandola dal torpore..... vanificato il tutto infine dalle decisioni assurde di Giacomelli.
ARBITRO: GIACOMELLI 3,5 – Primo esame con una big come l'Inter per il fischietto triestino, uno che tende molto a lasciar giocare (chiedere a Cassano e Stramaccioni,
espulso durante i minuti finali di fuoco, per informazioni). Bocciato senza attenuanti: troppi errori, su tutti quel rigore non concesso a Ranocchia che fa saltare dalla furia tutta la panchina interista e anche il presidente Moratti. Nel mezzo, altre decisioni assurde sparse qua e là.
ASSISTENTI: MARRAZZO 5 – VIAZZI 5
ASSISTENTI ADDIZIONALI: CELI 4 – PALAZZINO 4
Il commento:
Mi sarebbe piaciuto, commentare il semplice andamento della partita: capire perché l’Inter dopo la rete di Palacio,da prendersi anche gli elogi del tecnico avversario,si sia guardata troppo i piedi pensando di gestire il pallone comodamente, al punto tale da far maturare il pensiero di poter credere nella rimonta e nel successo al cagliari.
Pensiero che fino all’81’ non era piu' fantasia ma realtà grazie alla doppietta di Sau, prima che la sfortunata deviazione di Astori rimettesse a posto le cose per noi.
Alvarez ci ha regalato con il suo cross deviato un pari fortunoso ma a quel punto meritato,i ragazzi però non sono stati capaci di ribaltare la gara nei minuti finali;
tutto questo per le occasioni divorate da Milito o rimuginando per le parate di Agazzi.
Elogio comunque al Cagliari, che ha comunque meritato un punto facendo vedere anche belle cose,...e sarebbe questo il tema di cui parlare e scrivere ma non è questo quello di cui alla fine si dovrà parlare..e scrivere.INVECE...
 purtroppo, ci si ritrova a dover avere a che fare con dei casi limite, dei fiaschi arbitrali,ammettendo anche che sia solo incapacita'.
Dei fischi che sarebbero sacrosanti,a prescindere dall'andamento della partita, perche' poi non si vince o pareggia o si perde ...ai punti.
fischi che non arrivano e che si trasformano in boato: in urla di rabbia, di protesta.
Dobbiamo commentare l’operato dell’arbitro Giacomelli da Trieste,autentico protagonista finale del Meazza.
Arbitro che si presenta a questa gara mostrando da subito di non essere particolarmente adeguato, lasciando correre su casi pesantissimi,come sul tocco di braccio di Sau sul secondo gol isolano.
che  fanno andare letteralmente in bestia sia  FantAntonio che il tecnico Andrea Stramaccioni.
Direzione di gara che però precipita nello scandaloso nei minuti finali, nel pieno dell’arrembaggio finale nerazzurro.
IL fattaccio: Astori, già autore dello sfortunato 2-2, manda per le terre Ranocchia proprio sulla linea dell’area di rigore: Giacomelli si avvicina, sembra voler dare il penalty, poi ci ripensa e va verso il centrocampo.
L’Inter esplode, San Siro esplode.
Esplode soprattutto il presidente Massimo Moratti, colto dalle telecamere mentre rivolge un invito" cordiale" ad arbitro e assistenti.
Ma questo è solo l'inizio dell'eruzione morattiana.
Moratti a fine gara metterà il carico da novanta, versando sull’operato dell’arbitro colate laviche di parole roventi,un Moratti furioso, che parla di ingiustizie ripetute nelle ultime tre partite, che teme di rivivere anni bui che sembravano ormai alle spalle, che lancia fiammate anche contro gli opinionisti televisivi e aggiungiamo"prostituiti intellettualmente";giustamente sottolineando come molti di essi arrivino da una determinata sponda.
Il presidente denuncia addirittura un atteggiamento quasi di insolenza da parte dell’arbitro,
sintetizzato dalla frase; “Voi dell’Inter dovete stare zitti” che nella mente  ci riporta troppe cose brutte di pre-calciopoliana memoria.
Moratti,e', secondo qualche parere; una bomba che è esplosa come mai forse era accaduto prima.
stanco di essere invitato a "tavoli" dove la minestra e' sempre quella...."ma voi...... "
La squadra ora è in silenzio stampa,(ci dicono anche che e' un ridicolo silenzio stampa ,mentre qualche domenica fa quando lo ha fatto qualcun altro...quello NO) ma questo è un silenzio che crea molto rumore, come e' assordante "il rumore dei nemici" L’ora dell'indifferenza, forse, è finita.
l’Inter deve far capire che non ha la minima intenzione di essere sempre presa per i fondelli da chicchesia. E’ l’ora delle spiegazioni e delle responsabilità,
Ci venga detto da chi di dovere chi sono questi "signori" che decidono cosa deve fare l’Inter,che pensano di imporre la loro logica a tutti.
Ci spieghino il perche' debbano esserci certe rivendicazioni e ancora revisioni quando le giustizie sportive e civili hanno gia' esposto le  loro sentenze,
e non si faccia nulla ,ripeto nulla per mettere in riga questi signori.
Dicano, insomma, a che gioco stiamo giocando, e se vale la pena  di continuare a giocare,tifare,credere nel calcio.

lunedì 12 novembre 2012

MATERAZZI 23 MARCO PER SEMPRE !!

Materazzi: "Mou, Benitez, Balo, Eto'o: vi dico tutto!" 
Fonte: Fcinter1908.it
E' Marco Materazzi l'ospite d'eccezione della nuova puntata di 11Undici, programma condotto da Pierluigi Pardo in onda su Italia2. Si parte inevitabilmente dalla sconfitta dell'Inter a Bergamo, e Matrix dice la sua su qualche problema difensivo che attanaglia la squadra, soprattutto dopo gli infortuni di Samuel e Ranocchia: "In campo non c'era il 23 (Ranocchia ndr), ma per lo scudetto sono ottimista fermo restando che la Juve è la squadra da battere, perchè strutturalmente sono messi meglio. Se in difesa ti vengono a mancare gente come Samuel e Ranocchia qualsiasi squadra ne risentirebbe. Togliete Barzagli e Chiellini alla Juve per esempio. Samuel? E' una persona vera, non è molto loquace però è un uomo, e credo lo sia anche in campo. In campo parlavamo la stessa lingua e di palloni ne passavano pochi. Ranocchia è più mite, io glielo dico sempre però quest'anno penso che stia dimostrando che è cresciuto anche a livello caratteriale, perchè secondo me è una caratteristica che gli manca. Arrivato all'Inter ha fatto benissimo, poi probabilmente non gli è stata la fiducia giusta perchè magari giocava Lucio, che adesso è alla Juve per fare la panchina. Bisognava dare prima fiducia ad Andrea, perchè così non avrebbe perso un anno e avrebbe giocato l'Europeo. Quanto pesa giocare a San Siro? E' soggettivo. A me piaceva avere pressioni, anche negli errori. E' successo anche quando ho sbagliato il rigore contro il Siena. Mazzone diceva 'Mica te l'ho detto io di far il calciatore' e c'aveva ragione! Devi avere delle responsabilità, devi tirare fuori il carattere. Se vuoi andare a giocare a San Siro o l'Olimpico devi essere forte."
Si parla anche di Cambiasso e Juan Jesus: "Se Cambiasso si è adattato in difesa? E' un adattato, è uno che legge prima la giocata e penso che sia la sua forza perchè siamo in pochi ad avere quella capacità, anche se siamo lenti. Il merito di Juan Jesus è quello di saper aspettare. L'anno scorso veniva dietro tutti gli altri, se è rimasto ha dimostrato professionalmente di poter far parte di un gruppo perchè se sei il sesto, settimo difensore non è facile per nessuno e quest'anno si sta togliendo grandi soddisfazioni".
"Stramaccioni? E' seguito, la sua forza è quella. E' preparato, cambia fisionomia alla squadra pur non risentendone nel gioco, e l'Inter a oggi è vero che ha trovato la quadratura del cerchio dopo la sconfitta con il Siena, però è anche vero che adesso la squadra ha un'identità. Dopo che vinci 10 partite e ne perdi una devi reagire come ha fatto lui ieri, ammettedo i meriti degli avversari e non attaccarsi ad un calcio di rigore che personalmente dico che c'era".
L'ex tecnico di Materazzi ai tempi del Perugia, Ilario Castagner racconta un aneddoto. Spesso, quando le partite erano quasi al termine si gettava per terra fingendosi infortunato "Si perchè così non mi allenavo il martedì", replica sorridendo Matrix.
Si parte con la consueta carrellata di fotografie nel quale si ripercorrono momenti di vita:
- 14 maggio 2000, la Lazio vince uno scudetto e la Juve lo perde all'ultima giornata a Perugia. In quel Perugia giocava proprio Materazzi. "Tutti godono per il 5 Maggio, ma c'è chi gode per il 14 Maggio. Ricordo che quel giorno volevo andare in vacanza, che volevo finire al più presto il campionato, non volevo andare in tournè in Cina come aveva minacciato Gaucci. Da lì è nata la leggenda metropolitana che ho fatto perdere la Juve per questo motivo, ma io volevo andare in vacanza come tutti gli altri. a partita non si doveva giocare perchè il campo non lo permetteva: con un campo normale probabilmente avremmo perso..."
-5 Maggio data che tutti gli interisti ricordano. A Roma contro la Lazio i nerazzurri allenati da Cuper perdono uno scudetto, che poi andrà alla Juve. "Quel giorno tutti i tifosi della Juve hanno goduto, ma questo è il calcio. Due anni prima avevano pianto loro, e quel giorno piansi io, Ronaldo e tutti gli interisti perchè perdemmo uno scudetto che mi è rimasto sul groppone, perchè era quello più bello e inaspettato. Cosa è successo? Siamo andati lì pensando incosciamente di aver già vinto, e invece abbiam perso bene, pure. Io non ricordo neanche quando son rientrato negli spogliatoi e di come fosse il campo perchè con la testa non c'eravamo".
-Statua che riproduce la testata di Zidane, esposta a Parigi. "L'ho vista prima a New York. L'hanno fatta, non mi hanno chiesto il permesso e si fanno pure i belli. Ero a Parigi con la mia famiglia e quindi mi sono fatto questa foto con la statua. Se ripenso alla testata? No io penso a quando alzo la Coppa del Mondo, quello lo penso molto. Se era un Mondiale strano? Non eravamo i favoriti, però sapevamo che potevamo vincerlo. Nell'ultima partita probabilmente abbiamo meritato di meno, perchè sapevamo di essere forti, sapevamo di aver dato tanto in semifinale, ma sapevamo che la Francia era una grande squadra. Lo spirito del gruppo penso che è passato sopra ogni cosa, tutto quello che potevamo l'abbiam messo. Abbiamo finito con i crampi, e poi i rigori sono una lotteria. Che progetti ho per il futuro? Ho lo shop, e poi sto facendo il corso a Coverciano. Magari me lo danno pure il patentino di allenatore, ci cascano (Ride,ndr). Se ho la testa per fare l'allenatore? Penso che debba scattarti qualcosa, quando capisci e realizzi che hai smesso devi passare dall'altra sponda, inteso come lavoro. Se sono favorevole alle nozze gay? Assolutamente, perchè ognuno deve vivere la propria vita come gli pare".
-Esultanza al derby con la maschera di Berlsconi. "Ero andato a far la spesa con i miei figli, era carnevale. Ho comprato questa maschera e ho pensato che se avessimo vinto l'avrei messa. La cosa più bella è stata quando ho telefonato a Berlusconi e lui ci ha riso insieme a me. Qualche cretino poi l'ha voluta far passare per una cosa politica..."
-Simoncelli. "L'ho conosciuto tramite Valentino Rossi. Andavamo sempre a Riccione e di lui piace ricordare la sua spontaneità. Era un piccolo Valentino, era sempre allegro, per lui le moto erano una passione e devo dire che mi ha colpito tantissimo il padre Paolo e la mamma, per come hanno reagito. Io non ce l'avrei fatta, ho chiesto anche di poterli incontrare perchè sono stati incredibili e meravigliosi..."
-Abbraccio e pianto con Mourinho dopo la finale di Madrid. "Ti devo dire cosa gli ho detto e cosa ho pensato?! Mortacci tua me lasci con Benitez?!. Sapevo che andando via lui non avrei vinto più tutto. Son convinto che per come aveva impostato il gruppo, la squadra, sucuramente con l'Atletico Madrid in supercoppa avremmo vinto. Quell'anno avremmo vinto sei coppe e lo scudetto successivo. No la Champions perchè deve andar tutto bene. Perchè Mou è diverso? Perchè dalla prima all'ultima ruota del carro della squadra sono tutti uguali. Tutti partecipano al grande risultato che si può conquistare e non, però ti fa sentire parte integrante del gruppo. Lui in questo è il numero uno al mondo al di là della tattica e della tecnica..."
Terminato il momento fotografico, si passa a parlare di altri grandi allenatori che si sono seduti sulla panchina nerazzurra: "Mancini è uno che ha fatto la storia dell'Inter, e adesso sta facedo molto bene al City. Io però ebbi dei problemi perchè secondo me potevo fare a turno in campo con Sinisa Mihajlovic che in quel momento giocava di più. Io giocavo in nazionale in quel periodo, e Mancini spesso vedeva meglio Sinisa. Cuper? L'hombre vertical ci rimarrà per sempre. Era solo sfortunato, perchè uno che perde tutte le finali che gioca vuol dire che è sfortunato. Uno che arriva in finale di Champions con il Valencia, perde lo scudetto con l'Inter in quel modo... vuol dire che sei molto sfortunato..." .
Si tocca un tasto delicato. Materazzi parla del rapporto con Rafa Benitez:"Con Benitez io non mi ci trovai bene perchè io sono un uomo, e quando arriva uno che pensa di sapere tutto in una squadra che ha vinto tutto. E mi togli il mio santino davanti allo spogliatoio quando poi ce ne sono altri cinque vuol dire che sei uno che ha paura della sua ombra. Alla Pinetina ci sono 5 mega fogli de la Gazzetta con tutte le vittorie dell'Inter. Lui il primo giorno che arrivò cominciò a togliere quello di Josè e Lippi, cioè quelli che avevo sul mio armadietto. Se tu fai una cosa del genere vuol dire che hai capito poco. La storia dell'Inter non dovrà mai essere toccata e intaccata, in quella circostanza togliere Josè non lo trovavo giusto. Io poi sono uno che dice quello che pensa, se ti va bene son così altrimenti puoi lasciarmi fuori come hai fatto tranquillamente. Balletto di Eto'o con le buste di plastica in mano? Non erano quelle di Benitez, che doveva prendere per andar via. Assolutamente no. Questo gesto è una cosa tra me ed Eto'o, sarebbe una cosa indelicata se lo raccontassi in tv...".
Si conclude con il dare i voti ad alcuni ex compagni come Ibrahimovic e Balotelli: "Ibra è la fantasia, la forza fisica. Per lui voto 10. Balotelli 11, perchè nelle partite decisive Mario, almeno in Europa, ha sempre dimostrato di esserci. Però sono due grandi giocatori. A Totti dò 10 e lode perchè uno che fa una scelta come l'ha fatta lui, cioè quella di vincere molto meno di quello che avrebbe potuto non è cosa da poco, e va solo lodato".

domenica 11 novembre 2012

GLI ALTRI....SIAMO NOI(questa volta).



Atalanta  Inter  3-2
Dopo 10 vittorie arriva la prima sconfitta in trasferta.
Onestamente non mi sento di dire che l'Inter abbia meritato questa sconfitta, visto che i ragazzi hanno dato quello che potevano,
che fosse una partita infida e difficile lo si sapeva visto che la classifica dell'atalanta e' di tutto rispetto.
Analizzando il primo tempo possiamo dire che l'inter non ha raccolto forse quello che aveva fatto ,visti anche i miracoli di Consigli portiere atalantino, diciamo partita segnata... ,dopo sabato scorso ci siamo sentiti forti ,e invece di attendere un po' ci siamo messi a fare la partita,ma con le defezioni importanti che avevamo e' stato un errore ,e poi...ci e' mancata la "provincialita' ".
L'inter parte bene ma alla prima occasione neanche tanto cercata e concessa l'atalanta va in gol.
l'accettare comunque l'uno contro uno e' la nostra delizia e la nostra croce, sopratutto quando sei stanco e non hai tutte le pedine giuste.
In virtu di una freschezza atletica e mentale migliore perche' piu' riposati non giocando il giovedi(coppa uefa per noi), i giocatori dell'atalanta molto spesso arrivano prima sul pallone,gli riescono tutte semplici,mentre i nostri nel punto cruciale del campo e in attacco non riesconono ad agganciare la palla nei consueti scambi veloci.
Ricapitolando, in difesa ,anche per la mancanza di due titolari su tre abbiamo sofferto come non mai.Silvestre ci e' sembrato inconsistente.(e' da inter ?).
Il centrocampo e' apparso un po' stanco ,arrivando appunto sempre secondo sui palloni e quando si trattava di ripartire non aveva la consueta verve.
L'attacco questa volta ,complice la stanchezza fisica e mentale e quindi la serata poco ispirata di tutti e tre i componenti non riusciva a concretizzare .
Se vogliamo proprio cercare il pelo nell'uovo...il rigore concesso ai padroni di casa e' sembrato generoso,mentre ci e' sembrato che nel primo tempo ce ne fosse uno per noi.
Nulla toglie che possiamo continuare a credere in questo progetto ,solo che.... a Gennaio urgono ....ricambi.

domenica 4 novembre 2012

LA 9a SINFONIA-ovvero-CERTE NOTTI IL CIELO HA COLORI MERAVIGLIOSI !

L'altra sera abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto in juve - Inter.
Sono bastati 18 secondi per compiere la “maialata” pro gobba: il guardalinee Preti(scherzo da...preti) non vede un fuorigioco di due metri di Asamoah e pronti via !
Juventus in vantaggio con Vidal. Di solito gli errori arbitrali pro Juventus arrivano nel secondo tempo quando la gara non si sblocca, quest'oggi invece si sono voluti mettere al sicuro.
Non aspettiamo. E' bello far partire la Juventus in vantaggio contro l'Inter.Ma lo sapevamo che uno lo segnava la terna.
Contro coloro i quali hanno inventato 'Calciopoli'. Diamogli un segno avranno pensato.

Tornando seri, anche stasera contro la Juventus non si può parlare di calcio.
Come non se ne è mai potuto parlare realmente quando c'era una lotta al vertice. Buona fede? Una volta forse, ma dopo tutto quello che è successo non ci crediamo più. Avremmo creduto alla buona fede se il fuorigioco fosse stato di 20 cm non di due metri. Avremmo creduto alla buona fede se Lichsteiner fosse stato sbattuto fuori per doppio giallo, quando addirittura il suo allenatore si è reso conto di essere stato graziato e lo ha sostituito con Caceres.
  Quello a cui abbiamo assistito stasera è stato un vero e proprio schifo. Non esistono altre parole per descrivere scenari simili.
Avevamo perso l'abitudine di assistere a questi siparietti solo quando la Juventus è stata in Serie B. Forse perchè il Sabato non seguivamo il calcio minore.
Anche l'anno scorso, ci sono state altre vittime illustri. Il Milan ad esempio. Se fosse stato dichiarato valido il gol di Muntari .............
Non  so come andrà a finire questo campionato, ma di sicurò non sarà un campionato regolare.
Intanto questa sera ci godiamo una magnifica vittoria per 3 a 1 'sul campo'... di coloro che non perdevano da 49 gare.
Ci godiamo una grande Inter che 'sul campo' ha sbaragliato la concorrenza.
 

Ci godiamo un allenatore che 'sul campo' ha dimostrato che l'età non conta nulla se si ha carisma e si capisce di calcio.
Ci godiamo i veri top player, che hanno un umilta' da "provinciali"
Ci godiamo 'sul campo' la vittoria del bene sul male. 'Sul campo' noi si. Davvero. Senza fantasia. Solo realtà.
Ci godiamo  ....il silenzio assordante della "prostituzione intellettuale" che non sa proprio dove attaccarsi.....attaccatevi al....!!!!!
ma non vi preoccupate ..stanno gia' incominciando a ruggire...a trovare nuove motivazioni....per denigrare,confutare,mistificare ,quello che una persona
normale puo',potra' vedere con i propri occhi.

le pagelle :
HANDANOVIC 7,5 - Assolutamente incolpevole sul primo gol, dopo 18 secondi, poi tiene in vita l'Inter.
I suoi compagni attaccano ma lasciano qualche spazio di troppo alla Juve in contropiede. Handanovic si mette il mantello da supereroe e para tutto:
su Vidal, Bonucci e tutti i tiri che arrivano nello specchio nerazzurro. Sempre pulito e sicuro, anche nel finale:
una barriera insormontabile per la Juve.
RANOCCHIA 7,5 - Pronti via e la Juve, in fuorigioco, va in vantaggio. Ranocchia non ci sta e ferma tutto fino alla fine, aggredendo alto gli attaccanti della Juve.
Soffre gli inserimenti dei centrocampisti, ma nel finale è insuperabile quando la Juve cerca di riaprire la partita.
SAMUEL 8 - L'ultimo baluardo. Prima di arrivare in porta, bisogna passare da Samuel. E non la Juve non mai.
Si esalta nella ripresa, quando la Juve ci prova con i lanci in area di rigore: palloni che Samuel rispedisce al mittente.
JUAN 7,5 - Grintoso e in anticipo, il ragazzo è diventato grande. Sicurezza e muscoli, un gigante per forza e presenza in campo.
Spazza tutto quello che trova nella sua zona, cerca sempre l'anticipo e non fa respirare gli attaccanti bianconeri.
ZANETTI 7,5 - Quando la Juve fa male negli spazi aperti, il Capitano ci mette una pezza. Ferma Giovinco lanciato verso la porta, grande duello con Asamoah.
Zanetti è intramontabile, presidia la fascia destra e dalle sue parti non si passa.
GARGANO 7,5 - Un motorino, una furia. Non si ferma mai, morde sulle caviglie di tutti gli avversari che passano dalle sue parti.
Un solo errore, quel retropassaggio sbagliato per Handanovic. Ma è dappertutto, corre per cinque e lotta per i 3 punti.
CAMBIASSO 8 - Eccolo, ancora, il miglior Cambiasso: continua il suo grande momento di forma. Corre e si inserisce, ci prova due volte col sinistro nel primo tempo.
Trascina i compagni, monumentale a centrocampo.
NAGATOMO 7,5 - Prestazione a due facce: benissimo quando attacca, male dietro. Il gol di Vidal è partito da un netto fuorigioco, ma Nagatomo lo perde.
Rischia anche a fine primo tempo, quando perde ancora Vidal che sfiora il gol.
Quando spinge però è una scheggia impazzita, riesce anche a tirare in porta ma Buffon para. Salta spesso l'uomo, ci prova con coraggio.
E alla fine regala a Palacio la palla che chiude il match.
CASSANO 6 - Strama lo lancia dal primo minuto, si affida al tridente e non rinuncia alla fantasia del barese.
Cassano parte bene, poi la sua luce si accende a intermittenza e sbaglia qualche punzione. In un mare di fischi e insulti, sicuramente non la sua serata migliore.
GUARIN 7,5 DAL 23' s.t. - Gli basta poco per spaccare la partita. Un inserimento letale, Milito ringrazia e segna il 2-1.
Guarin è decisivo con la sua forza, anche a partita in corso.
PALACIO 8,5 - Quanti Palacio ci sono in campo? Uno marca Pirlo, uno si allarga sulla fascia, uno dà una mano a Milito e crea pericoli.
Uno, alla fine, chiude la partita con la zampata del 3-1. Rodrigo è incontenibile, dà una mano al centrocampo e rifornisce le punte.
Dopo una gara di classe e sacrificio, riesce comunque a mettere la sua firma e non sbaglia davanti a Buffon. Immenso.
MILITO 9 - Prima si guadagna il rigore e trafigge Buffon. Poi si fionda sulla respinta di Buffon e piazza il raddoppio.
Anima la rimonta dell'Inter, trascina i compagni e segna la doppietta decisiva. E' il vero Principe, e gli davano del bollito.
MUDINGAYI 6,5 Dal 34' s.t.- Dieci minuti di contenimento, alza il muro e la Juve non passa più.
ALLENATORE: STRAMACCIONI 9 - Se la gioca ad armi pari con la Juve. Ed è il primo a vincere allo Juventus Stadium, ferma la striscia senza sconfitte della Juve dopo 49 partite.
Una vittoria storica, conquistata anche grazie alle sue idee coraggiose.
Il tridente mette in difficoltà la Juve nonostante i rischi in contropiede. L'Inter gioca meglio della Juve e merita la vittoria, la lotta Scudetto ora è davvero aperta. E' la vera Inter, è l'Inter di Stramaccioni.
ARBITRO: Tagliavento 2 - L'assistente Preti riesce a fare peggio, ma le colpe di Tagliavento sono altrettando gravi.
In occasione del primo gol in fuorigioco le colpe sono quasi tutte di Preti, ma non dare il secondo giallo a Lichtsteiner è un'assurdità.
Poi perde la bussola e sbaglia ancora, anche la gestione dei cartellini. Manca un giallo a Barzagli, andava ammonito anche Juan per fallo in ritardo su Vidal.
Netto il rigore per Milito, segnalato da Orsato.
 


L’Inter ha vinto 3-1 allo Juventus Stadium e questo è inequivocabile.
Passano 18 secondi e l’assistente Preti la fa grossa: non ravvisa un fuorigioco di 2 metri di Asamoah su lancio di Giovinco e convalida il gol di Vidal. Incredibile, si vedeva senza bisogno di replay la netta posizione di offside del ghanese (millimetrico invece quello di Palacio poco dopo....c'era la treccia in fuorigioco... lì l’altro assistente vede benissimo, no?). Tra l’altro, secondo  Sky, via auricolare l’assistente avrebbe avvisato Tagliavento che poteva essere fuorigioco, ma il direttore di gara non ha battuto ciglio. Proprio Tagliavento diventa protagonista ,Casano glielo ricordera' nel sottopasso alla fine del primo tempo. La frittata più clamorosa arriva al 34′, quando il già ammonito Liechtsteiner entra da killer su Palacio sotto gli occhi di Preti, che fa finta di nulla.
Nonostante l’evidenza, Tagliavento risparmia il secondo giallo allo svizzero che poco dopo,opportunamente, Alessio sostituisce (a conferma del fatto e del rischio).
 Rammentiamo che è lo stesso arbitro che lascio' l’Inter in 9 nel primo tempo in quella famigerata partita contro la Sampdoria, con le famose manette di Mourinho.
Inoltre, pochi minuti prima Samuel era stato ammonito per un falletto...
Il direttore di gara conferma di ‘non essere in serata’ anche in occasione del rigore.
Fosse stato per Tagliaven..tus, non l’avrebbe assegnato, ma invece c'è stata la probabile segnalazione di Orsato(che nel frattempo grazie a una "pallata" caduta dalla curva "biancosporca" si era svegliato) a fargli cambiare idea e quindi lo assegna.
Nel secondo tempo,piovono cartellini anche sulla Juventus,a conferma che Tagliaven..tus sa di averle combinate grosse,una serie di strafalcioni pro-Juve e cerca quindi di compensare, ma ovviamente non sa piu' che pesci pigliare.....
Per fortuna, l’Inter è stata più forte di Tagliave..tus e Co.(anzi.. e Preti) e della Juventus e ha sfoderato la sua "nona" sinfonia....ALLA FACCIA DI TUTTI...E DI PIU'!!!!

sabato 3 novembre 2012

Julio Cesar: "Odio la Juve. Interista D.O.C.G.

Julio Cesar: Odio la Juve. Interista comunque. Gasp chissà quanto rosica...

 

Fonte: Gazzetta dello Sport - fcinter1908.it:
La Gazzetta dello Sport, in occasione della sfida tra Juventus e Inter di questa sera ha intervistato uno dei protagonisti delle ultime gare tra bianconeri e nerazzurri.
 Si tratta di Julio Cesar, portiere ora in forza al QPR.
Julio Cesar, la vede Juve-Inter o le fa troppo male?
«Sì che la vedo, ma se la trasmettono qui. Niente Sky Italia a casa, altrimenti bye bye inglese: chi lo studia più?».
Nessuna nostalgia dell’Inter, neanche per una partita così?
«Macché nostalgia: con la Juve mi andava sempre male».
Dai che ha capito...
«Dai che glielo dico: tifo Inter, sempre. Anche se è successo quello che è successo».
Cioé che si è sentito «trattato non benissimo»?
«Beh, una telefonata a me direttamente per dire che non facevo più parte del progetto mi avrebbe fatto sentire meno un estraneo. E poi due mesi ad allenarmi da solo alla Pinetina sono stati una delle partite più difficili della carriera: ero tristissimo, almeno finché non ho parlato con Moratti».
L’ha aiutata a capire?
«Ci tenevo a chiarire certe cose, che a lui erano arrivate distorte. Ora è rimasta una porta aperta: non significa che tornerò all’Inter, ma significa che sette anni insieme e 14 trofei vinti non si sono volatilizzati».
Ma se oggi dovesse spiegare perché se n’è andato?
«Perché più che su di me, l’Inter ha puntato sul fair play finanziario: a chi me lo chiede, è la prima cosa che dico».
E la prima cosa che le dissero della Juve quando arrivò in Italia?
«Che aveva sempre gli arbitri a favore. Un giorno, ero da poco al Chievo, vidi dalla tribuna un gol annullato a Pellissier anche se il pallone, dopo aver colpito la traversa, era entrato. Mi dissi: "Cavolo, ma allora è vero". Poi venne Calciopoli e mi dissi: "Cavolo, ma allora era vero, vero, vero"».
E domenica scorsa, dopo Catania-Juve, cosa si è detto?
«Che è impossibile non farsi delle domande. O sono così fortunati che quasi sempre gli arbitri vedono le cose a loro vantaggio, o c’è qualcosa che non capiamo perché non sappiamo. Di sicuro errori come quello di Catania fanno impressione per quanto sono lampanti».
Stasera vorrebbe essere nei panni di Tagliavento?
«No, grazie. Non dico che me la farei addosso, ma non mi basterebbero due giorni interi di concentrazione per sentirmi tranquillo».
La Juve ha fatto 28 punti su 30: troppo forte, o troppo tendente al basso il livello del campionato italiano?
«Mi pare la squadra che ha l’identità più chiara. Se poi 5-6 punti li vuol regalare al QPR...».
Inter, 24 punti su 30: se l’aspettava?
«Sì, perché ha fatto un buon mercato e perché ho fatto in tempo a conoscere la filosofia di Stramaccioni, con il quale avrei voluto lavorare di più. Bel modo di vedere il calcio: abbastanza umile per accettare di ascoltare le opinioni di tutti, ma non ha mai paura».


Non aver paura vuol dire andare a giocare a Torino con Cassano, Palacio e Milito?
«Se lo fa, fa bene: la Juve va attaccata, perché attaccherà».
Vuol dire provare a puntare allo scudetto subito?
«Subito, perché no? A me l’Inter sembra la rivale più seria della Juve, forse l’unica. Anche più del Napoli, a cui continua a mancare la continuità che l’Inter sta trovando».
Detto da portiere: meglio Cassano, Palacio e Milito, oppure Vucinic, Giovinco, Matri, Quagliarella e Bendtner?
«Bella lotta, però di Milito ce n’è uno solo».
E l’Inter con la difesa a tre che effetto le ha fatto?
«Ho pensato a Gasperini: chissà come ha rosicato...».
In compenso è un modulo che ha esaltato Juan Jesus.
«E questo mi fa felice: non è facile arrivare in un calcio nuovo e fare subito bene. A me ci volle un anno, più o meno».
Al posto di Branca e Ausilio, con chi avrebbe sostituito Julio Cesar?
«Con Handanovic: è cresciuto tanto e in Italia, che non è una cosa da poco. Ed è stato un buon affare: l’hanno pagato il giusto».
Cosa le piace di Handanovic?
«Come usa il corpo: a tu per tu è difficile fregarlo, ti frega lui».
Una cosa di Julio Cesar che rivede in Handanovic?
«Io e lui non c’entriamo molto: due modi di parare diversi. Mi sento più simile a Casillas, lui mi ricorda più Buffon».
Buffon contro Handanovic: il meglio della serie A?
«A me piace un sacco Sorrentino, ma direi di sì. E dico anche che oggi Handanovic non ha niente da invidiare a Buffon».
C’era più gusto a vincere contro il Milan o contro la Juve?
«Non sapevo scegliere: stessa libidine. Però con il Milan ho vinto un sacco di volte, con la Juve appena due su 11. Anche per quello la "odio": non la battevo quasi mai».
Una sfida con la Juve che non dimentica?
«Più che una partita non dimentico un gol, quello di Maicon nel 2-0 del 2010. E la maglia che avevo quel giorno, gialla: me lo chiese Mourinho, mi aveva perfino attaccato sull’armadietto un articolo che spiegava come una maglia colorata mette più in difficoltà gli attaccanti avversari».
Nel QPR lei li mette in difficoltà, ma Julio Cesar da solo non basta...
«Non sono preoccupato: 11 giocatori nuovi, è solo questione di trovare un’identità, dunque di tempo».
Felice della scelta fatta?
«Non felice, di più. Londra è meravigliosa, il calcio inglese anche, e quando hai vinto tutto come me, far diventare realtà un progetto come quello del QPR sarebbe come vincere un’altra Champions».
E poi le resterebbe l’ultimo sogno, annunciato.
«Sì, vincere il Mondiale 2014. E se continuo a giocare come ho fatto contro l’Arsenal, in Nazionale ci torno sicuro. Non so se da titolare, ma intanto ci torno: e poi sogniamo».